venerdì 4 luglio 2008

Le emozioni nascono a tavola. Un libro per imparare a nutrire il buonumore

"E’ a tavola che si creano le emozioni e non solo perché il cibo è in grado di donarci piacevoli sensazioni, ma anche perché è determinante per i nostri stati d’animo. Ognuno di noi conosce bene i propri 'cibi cambiaumore', come possono essere la cioccolata, i dolci, il pane, un piatto di pasta, la pizza, le patatine, un bicchiere di vino... Ciò che pochi sanno è che alcuni di questi alimenti, all’immediata sensazione di piacere, associano l’indesiderato effetto di predisporci nel tempo al malumore e a una cattiva gestione dello stress, mentre altri al piacevole effetto immediato uniscono una vera e propria azione 'antistress a lungo termine'. Per questo motivo diventa essenziale conoscere quali cibi ci aiutano a mantenere il buonumore ed una corretta gestione dello stress anche nel lungo periodo".

Così scrive Alessandra Mattioni, Master in Programmazione Neuro-Linguistica (PNL) e Lifecoach, autrice del libro Nutri il tuo buonumore, che viene presentato il 4 luglio 2008 a Poggiardo (Lecce). L’evento, organizzato dall’assessorato alla Cultura col patrocinio del Consorzio per i servizi sociali, vuole avere una valenza formativa e informativa. E', infatti, articolato come un vero e proprio corso di formazione e sarà l’occasione per apprendere concetti importanti di una tematica nuova: l’impatto che l’alimentazione ha sulla psiche ed in particolare sulla gestione degli stati d’animo e dello stress.

giovedì 3 luglio 2008

Dagli Usa arriva il coach dietologo. Per farci mangiare bene con un occhio alla salute

Un'escort alimentare tutta per noi. È l'ultima moda made in Usa in fatto di diete. Una professionista del cibo sano ci segue da vicino, con visite domiciliari. Per controllare frigo e cambusa: ma soprattutto per farci mangiare bene con un occhio alla salute.

Curare l'alimentazione per perdere qualche chiletto di troppo con una dieta bilanciata è alla portata di tutti. Di diete ce ne sono di tutti i tipi e per tutti i gusti. Ma se durante i primi giorni si scivola con leggerezza sull'onda dell'entusiasmo, ben presto il momento del pasto si trasforma in tortura. Poi arriva il primo strappo alla regola, seguito purtroppo da molti altri. E alla fine della quarta settimana, se tutta va bene, ci si ritrova al punto di prima, con un forte senso di frustrazione per il peso recuperato. Perché è la solitudine il principale nemico delle cure dimagranti. Negli Stati Uniti il fenomeno è arcinoto e quindi si ricorre a un coach personale che ti visita sul luogo del delitto: la cucina.

Come funziona la cosa? Durante il primo incontro il coach dietologo redige un'anmnesi ponderale in base alla nostra storia personale e poi ci chiede naturalmentee di annotare tutto ciò che mangiamo senza tralasciare niente, nemmeno i popcorn davanti alla nostra serie preferita in tv. Il tutto per farsi un'idea esatta di ciò che consumiamo realmente. Anche perché le confusioni sono all'ordine del giorno: dietro a ciò che noi chiamiamo ingenuamente - o con ipocrisia - tazza di riso si potrebbe nascondere tanto una piccola tazza cinese oppure un'insalatiera. I programmi dietetici devono tenere conto dei ritmi di vita delle pazienti, come il tempo dedicato al pasto, ma anche all'habitat in cui si "consuma" il fattaccio. Paradossalmente non si contano le calorie ingerite ma piuttosto le misure che generalmente si utilizzano in quella casa specifica: cucchiaio, tazza, bicchiere e via mangiando.

Al coach non sfugge niente e le sue domande sono sempre ciscostanziate: non ci chiede solo la lista della spesa che facciamo ma anche le ricette delle pietanze che cuciniamo. In questo modo niente è lasciato al caso. Una volta stabilito il piano di azione lo si segue alla lettera. Anche in questa fase il coach non ci fa sentire soli e abbandonati: ci viene a trovare a casa ogni settimana per discutere con noi i progressi compiuti e gli aggiustamenti da apportare, nel caso di difficoltà. Non si limita a stilare una lista di ciò che consumiamo in base ai nostri racconti spesso troppo annacquati. Se lo vogliamo il coach apre le dispense e l'altare della nostra alimentazione: il frigo. In questo modo si può procedere a fare un inventario completo della nostra cambusa. Meglio tenere il cibo sotto controllo, non si sa mai: la carne è debole.