venerdì 28 marzo 2008

La 'pancetta' sarà sexy. Ma mette a rischio demenza

via la pancettaPancetta da evitare per i 40enni, non solo per la perdita di sex appeal. Uno studio statunitense, infatti, mette sotto accusa, per chi ha spento le 40 candeline, i centimetri in più sul girovita sostenendo che, insieme alla taglia dei pantaloni, con il ventre più pronunciato crescono le probabilità di ammalarsi di Alzheimer o di altre forme di demenza arrivati a 70 anni.

La ricerca, condotta da un gruppo di ricercatori della Kaiser Permanente Division of Research di Oakland, in California, e pubblicata sulla rivista Neurology, ha monitorato 6.583 abitanti del Nord della California per circa 36 anni, cominciando quando i pazienti avevano 40-45 anni. All'inizio dello studio è stato misurato, metro alla mano, il girovita dei partecipanti. Ben 1.049 persone, quasi il 16% del campione, hanno sviluppato il morbo di Alzheimer o altre forme di demenza all'età di 70 anni.

Ebbene, secondo le analisi dei dati, i partecipanti che al principio dello studio avevano il girovita più abbondante avevano tre volte più probabilità di sviluppare forme di demenza rispetto alle persone con l'addome piatto o quasi. Si tratta della prima ricerca che mette ufficialmente sotto accusa le dimensioni della pancetta, stanando un pericoloso legame con lo sviluppo dell'Alzheimer. "Non è solo una questione di peso - spiega Rachel Whitmer, coordinatrice dello studio - il fattore di rischio è legato a 'dove' sono localizzati i chili in più. Se consideriamo due persone entrambe in sovrappeso di 4,5 chilogrammi, chi li porta sul ventre corre più rischi di chi invece li accumula sui fianchi".

Insomma, la ricerca californiana sembra prediligere la conformazione 'a pera' rispetto a quella 'a mela', caratterizzata dai rotolini concentrati sull'addome. I ricercatori precisano tuttavia che occorrono ulteriori studi per comprendere i meccanismi alla base di questo misterioso legame che inchioda la pancetta sul banco degli imputati.



(Adnkronos)
Foto RF Fotosearch

Mantenere la linea e la salute, senza sacrificare il palato? Si può!

Il fenomeno dei corsi di gastronomia, sintesi ideale di gusto e salute Ricette a basso tenore calorico e lipidico, ma gradevoli, sazianti persino sofisticate. Bastano pochi, elementari stratagemmi. Eccoli.

Un antico adagio recita: "la morte si combatte a tavola". In passato, attraverso questa perifrasi, i nostri nonni intendevano sottolineare la necessità di alimentarsi, non tanto in maniera corretta, quanto tutti i giorni e possibilmente più volte al giorno; ad oggi invece una frase del genere potrebbe adattarsi a quello che è diventato un imperativo categorico della società moderna, ossia tutelare la propria salute attraverso comportamenti e stili di vita corretti. E a questo punto il pensiero corre all'alimentazione, cioè al primo step di intervento: come ci alimentiamo, quanto alimentiamo e con cosa.
Sull'argomento gli esperti concordano: un'alimentazione sana e ben bilanciata, associata a una leggera ma costante attività fisica, è la prima e più efficace arma di prevenzione contro le cosiddette "malattie del benessere": obesità, soprappeso e tutte le patologie a queste correlate. Tuttavia come possono gli amanti dei piacere della tavola coniugare le indicazioni degli esperti con le lusinghe della gola? Insomma, come mantenere la linea e la salute senza ritrovarsi a sorbire zappette monastiche e verdurine spezza-fame?
Una delle modalità più in voga consiste nel mutuare dall'ormai nota "cucina light" i piccoli interventi compensatori, le astute strategie sostitutive, le metodiche di cottura a calorie-zero; i semplici trucchi che mirano ad "alleggerire" la pietanza senza punire il commensale.

"La cucina light", spiega Marina Pasquini, padrona di casa del Belvedere Hotel di Riccione che insieme allo chef Fabrizio Mantovani e al nutrizionista Fabrizio Malipiero ha messo a punto un ricco carnet di proposte, "è un tipo di cucina che ha come obiettivo quello di entusiasmare e stimolare la creatività attraverso la realizzazione di proposte gastronomiche leggere, digeribili ma di elevato livello gustativo". Ricette insomma che, abbattendo qua e là quote inutili di calorie, siano in grado di aprire la strada anche a buon bicchiere di vino o a un dolcetto per chiudere il pasto in bellezza senza "pesare" ulteriormente sulla bilancia. "Ai nostri corsisti", riprende Pasquini, "insegniamo in primo luogo a saper riconoscere e a utilizzare alimenti genuini e di stagione; a trattarli in modo tale da non sciupare le loro qualità nutrizionali; ad utilizzare solo la "parte viva" dell'alimento quindi al netto di grasso e scarti vari e quindi a cuocerli privilegiando modalità che non richiedano grassi aggiunti".
Si tratta dunque di utilizzare prevalentemente cotture al vapore, al cartoccio, alla griglia o particolari recipienti di cottura come le pentole antiaderenti o l'orientale "wok", la pentola cinese a calotta sferica. "A questi insegnamenti", continua Pasquini, "aggiungiamo poi consigli pratici per abbattere ulteriormente le quote caloriche. Si tratta ad esempio di dosare con attenzione e consapevolezza i grassi, sia vegetali che animali; di sostituire la ricotta al burro per mantecare il risotto o lo yogurt magro alla panna, di dare via libera all'uso di spezie o di erbe aromatiche che oltre ad insaporire rinvigoriscono il palato, di utilizzare poco sale, possibilmente di gran qualità - come l'Hale Mon aromatizzato alla vaniglia - aggiungendolo solo a fine cottura".
Insomma, se vogliamo rimanere in linea è importante anche ricreare un buon connubio tra piatti e sensi, andando a coinvolgere e a soddisfare nel corso della preparazione non solo il gusto, ma anche la vista, l'odorato, l'udito e il tatto.

(da Repubblica)

domenica 23 marzo 2008

Da vegetariani a carnivori. Ecco la vita quotidiana degli uomini scimmia

Un libro simpatico e originale che, sotto forma di romanzo, esplora la vita quotidiana di una famiglia di uomini scimmia è Il più grande uomo scimmia del Pleistocene (Edizioni Angolo Manzoni) scritto da Roy Lewis, brillante giornalista del “Times” e de “L’Economist” che lo ha partorito in seguito all’incontro in Kenya con il paleoantropologo Louis Leakey, esperto di ominidi fossili.

Con la scoperta e la conquista del fuoco il livello di vita degli uomini scimmia si elevò notevolmente, laddove prima era alquanto modesto: dovevano rifugiarsi sugli alberi ad ogni pericolo e si dovevano nutrire di bacche, radici e noci, potendo incrementare la loro razione di proteine solo con bruchi e larve(!).

Ciò che, invece, avrebbero mangiato volentieri era la carne disponibile nelle praterie: carne di bisonte, bufalo, antilope, gazzella, zebra, cavallo: di animali, purtroppo, a quattro zampe difficili da rincorrere stando in equilibrio su due.

Così i nostri antenati, pur sognando succulente bisteccone, dovettero iniziare dal gradino più basso: scoiattoli, procavie e piccoli roditori che si potevano stecchire con una sassata.

Il cammino per diventare carnivori da vegetariani-frugivori non fu esente da difficoltà e dolori (di stomaco, ad esempio). Anche allora esistevano delle regole educative da rispettare (il piccino che si azzardava a dire “il rospo non mi piace” rischiava scapaccioni). Inoltre, a differenza dei veri predatori (grandi felini, lupi, cani, coccodrilli) che sbranavano le prede, gli ominidi dovevano masticare, pena un gran mal di pancia.

Talvolta, da cacciatori, gli ominidi diventavano prede: il segreto era capire quando il leone avesse fame (tanto volte il mero seguire un leone a caccia faceva venire a quest’ultimo la voglia di mangiare il nostro povero uomo scimmia).

Lewis ci narra gli sviluppi delle antiche vicende, lasciando che a parlare siano proprio loro, gli ominidi: Ernest, il narratore, papà Edward, zio Vania, zio Ian, Oswald, Griselda, Petronilla, eccetera: delle nuove invenzioni, della scoperta del fuoco, della lancia, del matrimonio, della pittura parietale e, naturalmente, della cottura del cibo, dandoci un quadro arguto e simpatico di come iniziò la nostra storia.

(Letteratura Gastronomica)

mercoledì 19 marzo 2008

Mangiar sano a scuola (e non solo)

"Dagli anni '70 agli anni '80 c'è stata una forte spinta a cucinare di meno e a mangiare di più fuori casa: ci si è mossi verso un disequilibrio alimentare. Uno dei cambiamenti impercettibili è stato l'aumento delle confezioni e la corsa al cibo pronto e di grosse dimensioni. Al fast food, con poco denaro, si comprano pozioni di cibo che in un attimo fanno portare a casa 300-400 calorie in più; la stessa logica è stata adottata per le mense scolastiche. La dieta mediterranea, invece, parte da uno "zoccolo" vegetale, improntato sull'olio d'oliva, che ne ha sempre connotato la qualità. E' da questo che bisogna ripartire per migliorare la qualità delle mense scolastiche, definendo un nuovo sistema valoriale per il cibo. Sarebbe importante che le scuole rivalutassero l'importanza dell'alimentazione attraverso percorsi gastronomici e fattorie didattiche, portando i ragazzi direttamente dal produttore, dando valore all'orto, alle stagioni, ai contadini". Parole di Augusta Albertini, Responsabile U.O. Nutrizione della AUSL di Bologna, intervenuta al convegno sulla Dieta mediterranea in occasione del Salone Agroalimentare Ligure.

Fra i temi forti "sul tavolo", la nutrizione, il gusto, la situazione sanitaria ed i disturbi alimentari, con un'attenzione particolare alla "questione peso" che è sempre più preoccupante fra i bambini dell'Europa mediterranea (Grecia, Spagna, Italia).

Secondo l'antropologo David Bellatalla "Sarebbe importante per i ragazzi ascoltare la voce di chi produce e coltiva. Abbiamo la necessità che i ragazzi non si allontanino dalla loro terra ma, anzi, ne apprezzino l'energia vitale e la produttività: ciò può avvenire soltanto attraverso la parole del coltivatore diretto, dalla sua passione. Così il cibo - sostiene Bellatalla - diventa favola e recupera il suo senso simbolico più autentico: niente confezioni, niente "logica seriale". Al loro posto, un sano ritorno a 'mettere le mani nel piatto', cioè scoprire che la bontà del cibo viene dal sapore della terra e non da formule chimiche e ingredienti di scarsa qualità".

Tradizione è sinonimo di salute e benessere. Al convegno è stato presentato uno studio sulla dieta mediterranea ed i ragazzi, e ne sono emersi dati confortanti. Chiedendo al consumatore cosa ne pensa dei prodotti della terra, per la stragrande quantità degli intervistati, il prodotto della tradizione è compatibile con la salute ed il benessere. E ci sono indicazioni rilevanti anche riguardo agli aspetti etici. Solo di recente si è cominciato a credere che il cibo sano è anche un cibo prodotto senza lo sfruttamento del lavoro. Un monito per tutti. Investire sulla qualità del cibo per rendere un buon servizio anche alla nostra salute.

martedì 18 marzo 2008

La dieta mediterranea 'antidoto' ai tumori

Il 35% dei tumori deriva da un'errata alimentazione. Si tratta di una percentuale 'da brivido', considerando che in Italia ogni giorno si registrano più di 700 casi di cancro. Ed è proprio partendo dalla 'buona tavola' che la Lega italiana per la lotta ai tumori (Lilt) promuove la settimana nazionale per la prevenzione oncologica, in programma dal 21 al 30 marzo 2008. Nelle principali piazze italiane, anche quest'anno, i volontari Lilt in cambio di un contributo consegneranno bottiglie di olio extravergine di olio di oliva, rigorosamente certificato e di produzione italiana, insieme all'opuscolo informativo per un'efficace lotta ai tumori. Testimonial d'eccezione il grande 'Albertone' nazionale.

Il fotogramma di una delle più famose pellicole del cinema italiano verrà infatti prestato all'iniziativa: l'attacco al 'maccherone' di Sordi nel film 'Un americano a Roma'. Nella scena in questione Sordi tenta di essere a tutti i costi a stelle e strisce, ma non può che capitolare davanti alla cucina tricolore: "questa è roba che magnano l'americani - recita - ammazza che zozzeria". Cinquantaquattro anni dopo, nelle piazze gli italiani vengono invitati a consumare l'olio extravergine d'oliva e a scegliere la dieta mediterranea, la stessa che la scorsa settimana è stata candidata a patrimonio culturale immateriale dell'Unesco. Oltre a ricevere l'olio di oliva nelle principali piazze del Belpaese da venerdì 28 a domenica 30 marzo, la settimana nazionale per la prevenzione sarà l'occasione per effettuare visite mediche di controllo in oltre 350 ambulatori Lilt dal 21 al 30 marzo 2008.

"Dovremmo riflettere molto - sottolinea Francesco Schittulli, presidente nazionale Lilt - sul fatto che un'errata alimentazione è responsabile del 35% dei tumori, soprattutto considerando quanto sia in realtà facile seguire un regime alimentare salutare. Basterebbe rivalorizzare la dieta mediterranea, troppo e sempre più spesso dimenticata, specialmente dai giovanissimi. Frutta fresca e verdura non dovrebbero mai mancare sulla nostra tavola, nel nostro menù quotidiano". In occasione della settimana nazionale per la prevenzione oncologica, anche il mondo del calcio giocherà la sua partita contro i tumori: le squadre di serie A e serie B, sabato 29 e domenica 30 marzo, entreranno in campo con uno striscione, e la fascia al braccio dei capitani sarà quella della prevenzione. Inoltre, dal 14 al 30 marzo tutti gli italiani potranno inviare un sms al numero 48585. Così doneranno un euro all'iniziativa, siano essi clienti Tim, Vodafone o Wind. Da rete fissa, componendo lo stesso numero, sarà possibile donare 2 euro.

(Adnkronos)

venerdì 14 marzo 2008

La ricetta del benessere

"Una dieta corretta ed equilibrata in tutti i suoi componenti non e' mai una dieta dimagrante ma e' invece una dieta che mira a togliere e prevenire le infiammazioni del corpo che danno il via a malattie che diventano croniche". Sono le parole di Barry Sears, il biochimico americano che ha inventato la dieta zona, seguita - a suo dire - da 10 milioni di persone in tutto il mondo.
La sua è una delle voci dei numerosi esperti e studiosi che si sono riuniti a Roma, per il primo congresso internazionale di nutrizione. Univoco il messaggio: alla base del benessere psico-fisico c'è il cibo (frutta e verdura, pesce e carne bianca) usato con moderazione. Insomma, la dieta non è solo sinonimo di dimagrimento.

Frutta e verdura e pesce e carne bianca sono i cibi fondamentali da assumere con regolarita'. Non e' un caso, come ha spiegato l'antropologo Craig Willcox, che la popolazione ultracentenaria (si parla di persone che vanno dai 100 ai 128 anni) di Okinawa in Giappone si alimenta con pesce, riso integrale e comunque carboirdrati integrali piu' frutta e verdura oltre ad antiossidanti contenuti nel te' verde. "Accanto a questa alimentazione assunta in quantita' ridotte ma a piu' riprese nell'arco della giornata - ha sottolineato Willcox - questi centenari fanno molta attivita' fisica, soprattutto giardinaggio, ed hanno un livello bassissimo di stress".
Una corretta alimentazione fin dagli anni dell'infanzia e' la carta vincente per prevenire non solo l'obesita', patologia a larga diffusione negli Stati Uniti e nei paesi industrializzati, ma anche patologie cardiovascolari, gastroenteriche e persino i tumori. Secondo il dietologo clinico Marcello Ticca dell'universita' La Sapienza di Roma e ricercatore dell'Inran, "è un errore accostare la dieta al dimagrimento: di per se' la dieta vuol dire una sana ed equilibrata alimentazione". E se per Ticca la dieta a zona richiede riscontri scientifici mentre la dieta mediterranea non ne ha bisogno, Barry Sears ha ricordato che "studi effettuati all'universita' di Harward hanno dimostrato che l'assunzione di carboidrati, proteine e grassi nelle proporzioni di 40-30-30 rappresentano una soluzione ottimale per una sana alimentazione, cosi' come prevede la dieta a zona il cui fondamento e' usare il cibo come farmaco per abbassare e risolvere i processi infiammatori del corpo". Il cibo, ha spiegato Sears, "è un forte stimolatore di ormoni, che possono alterare o invece risolvere un processo infiammatorio. Io sono convinto che la medicina del XXI secolo anche se a piccoli passi si sta avvicinando sempre piu' al cibo come farmaco dal momento che la ricerca farmacologica e' arrivata al top delle scoperte".
Il messaggio insomma è chiaro: per mantenere la salute (condizione di benessere psico-fisico, come definito dall'Organizzazione mondiale della Sanità) è necessaria una sana ed equilibrata alimentazione fatta di frutta, verdura, pesce (omega3) e carni bianche, attività fisica non necessariamente competitiva e pratiche di meditazione come lo yoga o il training autogeno, che tengono lontano lo stress.

giovedì 13 marzo 2008

La Dieta delle tre Ore

La soluzione per dimagrire? Mangiare ogni tre ore per ripristinare il metabolismo e bloccare il meccanismo di difesa dalla fame, eliminare i grassi e conservare la massa muscolare magra. Parola di Jorge Cruise, guru americano adorato da Angelina Jolie, e ideatore di una delle diete più in auge, che dà anche il nome al suo libro: La dieta delle tre ore.

Basta con la fame e i sacrifici. Il programma ideato da Cruise è una dieta rivoluzionaria che elimina i chili di troppo a partire dalla pancia (ogni settimana 1 chilo in meno). Niente pompelmo o zuppa di cavoli, ma nemmeno una dieta povera di carboidrati. Nel libro, oltre al ricettario, un'agenda di 4 settimane per "organizzarsi", pareri e consigli di testimonial, una mini-settimana campione di "otto minuti di ginnastica".

Il programma è nato con lo scopo di eliminare la massa grassa senza perdere quella magra. Con le diete a basso contenuto di carboidrati, infatti, si dimagrisce rapidamente, ma medici e nutrizionisti sostengono che questo tipo di alimentazione, a lungo termine, è poco tollerabile e può addirittura provocare problemi di salute. La dieta delle tre ore prevede tre pasti leggeri intervallati da spuntini.

Orologio alla mano, fra un pasto e l'altro non devono passare più di tre ore, con uno scarto massimo di 15 minuti.
I tre pasti principali sono costituiti da una fettina di pollo, mezzo panino, una ciotola di insalata, mentre gli spuntini devono essere al massimo di 100 calorie. I menù, poi, possono essere differenziati secondo diverse categorie.

Vediamo qualche esempio, ripreso da Mia Dieta.

Menù “Meat Lovers”

Colazione (ore 7): due fette di petto di tacchino, un uovo sodo

Spuntino (ore 10): un piccolo brownie (dolce tipico Usa)

Pranzo (ore 13): un toast con prosciutto o carne di manzo, fagiolini in insalata

Spuntino (ore 16): una fetta di formaggio magro

Cena (ore 19): filetto mignon con insalata mista e patate lessate

Menù “Carb Lovers”

Colazione (ore 7): prosciutto e formaggio, tipicamente anglosassone

Spuntino (ore 10): 4 crackers

Pranzo (ore 13): pizza margherita

Spuntino (ore 16): 30 noccioline

Cena (ore 19): fusilli con gamberetti e cavolfiore

Menù “Healty Hearth”

Colazione (ore 7): una mela, uno yogurt, 4 noci

Spuntino (ore 10): due carote

Pranzo (ore 13): insalata mista con pomodori, mango, cipolle, gamberoni

Spuntino (ore 16): una banana

Cena (ore 19): pollo alla piastra con verdure

Secondo Cruise, la dieta delle tre ore è indicata per chi fa vita sedentaria, facilita la digestione e fornisce energia. Senza dimenticare l’attività fisica. Otto minuti al giorno sono sufficienti, preceduti da un discorso automotivante davanti allo specchio. Provare per credere.

mercoledì 12 marzo 2008

Ossigeno, salute e dimagrimento

L'ossigeno puo' essere chiamato miracolo aterapeutico. Infatti l'ossigenazione dell'organismo puo' risolvere praticamente tutti i problemi collegati alla salute. I piu' gravi problemi polmonari, di pressione, di cellulite o di emicrania possono essere risolti dalla respirazione profonda. Tali assunzioni possono essere accolte con ironia ma cio' accade quando non comprendiamo quello di cui ci parlano.

Se avete avuto anche voi una reazione di incredulita' dovreste leggere il volume di Paul Bregg, "Respirazione profonda,via verso la vita" risalente agli anni '30, dove gia' si sostenevano che gli statunitensi stanno compiendo un lento suicidio a giudicare da come respirano...

Secondo Bregg, una respirazione non intensiva determina invecchiamento precoce e una morte altrettanto precoce. Una respirazione irregolare comporta problemi come stanchezza cronica, emicrania, stitichezza, cattivo funzionamento dello stomaco, dolori muscolari, reumatismi, problemi di vista e di udito, perdita di memoria, angina, enfisemi. Tutti questi disturbi conducono ad una morte precoce.

L'uomo occidentale utilizza solo la quinta parte dei suoi polmoni ma, indipendentemente dalla nostra respirazione, la nostra civilta' deve affrontare un problema peggiore. Al momento attuale l'ossigeno nell'aria e' sceso al 19% mentre l'ossido di carbonio e' salito al 25%.

Insieme all'inquinamento, la qualita' dell'aria e' peggiorata per altri fattori: la scomparsa dei boschi, la clorizzazione dell'acqua, l'elaborazione chimica dei generi alimentari, l'impoverimento del suolo, i gas e lo smog delle automobili.

Tutti questi fattori si uniscono agli endemici problemi presenti al nostro interno: stress, intestino crasso ricoperto di scorie, cattiva alimentazione.

Il livello della nostra salute ed energia dipende dal modo in cui il nostro organismo riesce ad elaborare l'ossigeno introdotto. L'ossigeno e' insostituibile nel metabolismo, nella circolazione sanguigna, nella digestione e nell'espulsione delle tossine.

Aiuta la depurazione del sangue, favorisce l'immunita' dell'organismo ed esercita un influenza tranquillizzante sul sistema nervoso.

L'ossigenazione dell'organismo e' la chiave della vita.

Il deficit di ossigeno nell'aria causa la riduzione dell'immunita' e la formazione di una gran quantita' di tossine nel sangue, che determinano a loro volta invecchiamento precoce.

La funzione svolta dal programma Equilos parte dal fatto che nel nostro organismo esistono combustibili di diversa qualita'. Il combustibile di qualita' migliore e' ritenuto il grasso lipidico, che viene bruciato dall'ossigeno.

Gli esercizi del programma Equilos permettono di immettere nell'organismo quanto piu' ossigeno possibile. Quanto piu' e' l'ossigeno immesso nell'organismo, tanto maggiore e' la quantita' dei lipidi bruciati.

Dopo aver bruciato i grassi l'ossigeno inizia a interagire con gli organi e i tessuti, rendendoli piu' sani e resistenti.


(Energia del Respiro)

martedì 11 marzo 2008

La dieta perfetta per far carriera

Vuoi fare carriera? Attento a che cosa mangi. A partire dal classico cappuccino con brioche della mattina, preso di corsa al bar: niente di peggio perché troppi zuccheri e per di più raffinati provocano poi ipoglicemia e riducono, nel giro di qualche ora, le performance mentali. Meglio il muesli o una banana non troppo matura o, per chi non ne vuole sapere di buttar giù qualcosa di solido per colazione, un bicchiere di succo di frutta o uno yogurt. Il cappuccino va bene al pomeriggio: quella piccola dose di caffeina, soprattutto per chi non riesce a farsi una pennichella, serve per contrastare il calo di energia di cui i ricercatori ancora non conoscono la ragione, ma che tutti, chi più chi meno, sperimentano. Si sa che per dare il meglio di sé nella professione non si deve mai perdere la concentrazione, è indispensabile evitare tutto quello che rallenta la capacità di ideazione e la prontezza di riflessi ed è importante avere buona memoria.

TEORIE DI FEUERBACH - E l'alimentazione in tutto questo gioca un suo ruolo. Una nuova conferma alle teorie del filosofo tedesco Ludwig Feuerbach (autore del libro «L'uomo è ciò che mangia», titolo diventato poi sentenza di cui altri si sono appropriati) secondo il quale «dobbiamo alimentarci meglio per pensare meglio»?
La risposta è sì e a dirlo è la nutrizionista inglese Amanda Ursell che, sul Times di Londra, sforna poi una serie di ricette per colazione, pranzo, cena e persino per gli spuntini di metà giornata, che assicurerebbero la scalata al successo. E che fanno tesoro di una serie di ricerche, condotte all'International Labour Office di Ginevra, sul rapporto fra cibo e rendimento nell'ambiente di lavoro. Qualcuno obietterà che le abitudini alimentari degli inglesi sono differenti da quelle degli italiani, ma stando alle ultime notizie la tanto decantata dieta mediterranea si sta avviando verso il tramonto anche alle nostre latitudini, complici merendine e cibi spazzatura, pranzi al ristorante e piatti pronti a casa. E allora vale la pena di ascoltare i consigli che ci arrivano d'Oltremanica. Chi crede, per esempio, che il caffè e uno snack dolce a metà mattina siano un toccasana per la concentrazione e l'attenzione sul lavoro, si sbaglia: la caffeina aumenta il battito cardiaco e innervosisce, lo stomaco si gonfia e gli zuccheri vengono presto assorbiti lasciando un senso di fame. Semmai è più utile una barretta di cioccolato (organico, dice la Ursell) perché sopprime l'appetito. E consente di arrivare all'ora di pranzo. L'ora delle proteine, secondo gli specialisti: perché aiutano a combattere la sonnolenza pomeridiana e il calo di attenzione. Ottime le uova (e per chi riesce a mangiarlo il tofu) perché sono ricche di colina, indispensabile per fabbricare acetilcolina, una sostanza del cervello che aiuta la memoria. Vanno bene anche le carni rosse e bianche, purché magre, e il pesce. Pane e pasta, e in generale i carboidrati, vanno lasciati per la cena perché hanno un effetto rilassante sul cervello e favoriscono il sonno.
Un ultimo consiglio per chi dubita di tutti questi suggerimenti: guardate chi siede nelle poltrone di comando, difficilmente vedrete persone grasse.

(Corriere)

lunedì 10 marzo 2008

La dieta del cuore

Fitness, alimentazione, cuore. Ruota intorno a questi tre nomi la salute degli individui. Fitness come movimento e come capacità di dedicarsi costantemente a un'attività fisica finora troppo sottovalutata; alimentazione come scelta di una dieta appropriata in grado di assicurare un eccellente stato di longevità. Cuore, infine, come sinonimo di vita e di efficienza psicofisica.

Un ulteriore incoraggiamento a mantenere, o a sperimentare, un nuovo stile di vita, arriva ancora volta dagli Stati Uniti, dove recentemente i maggiori nutrizionisti del Paese hanno stilato sulle pagine del "Journal of the American Dietetic Association" un vademecum che riesamina tutti i cibi alleati della salute del cuore, validi per entrambi i sessi, una sorta di regola generale di buona condotta alimentare.

Complementare all'osservanza di uno schema di allenamento fisico, più o meno intenso, ma comunque continuo nel tempo, l'analisi partorita da un gruppo di esperti guidato da Linda Van Horn, del dipartimento di medicina preventiva della Northwestern University, e basata sullo studio di ben 150 ricerche redatte sull'argomento, ha finito per elaborare quella che è stata definita la "dieta del cuore", incentrata su sei, semplicissime regole alimentari.

Lo schema dietetico ricalca per buona parte quello dello dieta mediterranea, concentrandosi sull'osservanza di un'alimentazione povera di grassi saturi, acidi grassi trans e colesterolo; ricca di fibre, vitamine, minerali, antiossidanti derivati da frutta e verdura, e e che prevede l'assunzione di cibi poveri di grasso o fat-free. Sono contemplati steroli vegetali e stanoli.

(da Wayfitness)

sabato 8 marzo 2008

Fitness a suon di musica

Da chi si aggira nei parchi e nelle strade delle città per praticare un po' di jogging 'brucia calorie', con tanto di cuffie e di I-Pod di ultima tecnologia, agli atleti professionisti che prima di una gara internazionale di alto livello non possono fare a meno della loro compilation preferita. Senza dimenticare quelle lezioni fitness in palestra che si svolgono con sottofondo musicale più o meno ritmato, di genere latino, hip-hop, o rap.

Il fitness e l'esercizio fisico, insomma, sembrano non potersi slegare dalle note musicali. Oltre una semplice moda o una questione di look. La conferma arriva dal campo medico scientifico.

Una recente ricerca condotta dalla University of Health Sciences di Ami, in Giappone, ha rilevato come l'ascolto di un brano musicale può migliorare le prestazioni sportive, concorrendo a ridurre lo sforzo e la fatica. Un doping 'virtuale', potremmo chiamarlo, e stavolta chimico, ma della cui costante influenza e diffusione ha preso atto anche la Federazione Usa di atletica leggera, che dal 2007 ha proibito ai suoi atleti l'uso di cuffie, I-Pod, e lettori vari Mp3.

Già uno studio americano aveva centrato il problema: la musica applicata in campo sportivo permette un maggiore rilassamento, un minore consumo di calorie, e la 'liberazione' da parte del cervello della 'dopamina', neurostramettitore legato all'appagamento..La musica condurrebbe quindi a distrarre dalla fatica, a tenere il ritmo di una performance (sia in campo amatoriale che professionistico), ad 'alleggerire' l'ansia da competizione.

Sulla scia di queste 'scoperte' in ambito fitness, i grandi marchi mondiali dell'elettronica e dell'abbigliamento si sono già attivati per proporre soluzioni di ultima generazione: software che agiscono su I-Pod e lettori Mp3 facendo cambiare ritmo sulla base di variazioni musicali, come in compagnia di un personal trainer (Siemens), ed anche sensori da inserire in intercapedine sotto la scarpa per scambiare informazioni su percorso, calorie bruciate e dettagli di allenamento (Nike).

Diete perfette col ContaCalorie

Controllare le calorie dei alimenti? E' più facile con gli strumenti giusti, come ad esempio con Lc Contacalorie, un software per l'elaborazione di diete personalizzate, che ho trovato navigando nella grande rete.

LC ContaCalorie 1.0 è una semplice utility per l'elaborazione di menu giornalieri. Attraverso un database di 700 alimenti permette di creare il nostro menù giornaliero.

Ecco le sue caratteristiche:
  • Calcolo delle calorie in base ai grammi inseriti per ogni alimento
  • Personalizzazione e consultazione della lista degli alimenti
  • Calcolo del consumo calorico giornaliero.

LC ContaCalorie 1.0 è utile per tutto coloro che vogliono avere un sano regime alimentare, per chi vuole perdere peso, per dietologi e nutrizionisti che vorranno creare ad hoc menù personalizzati per i propri clienti.

Un semplice strumento che può essere di grande aiuto per mantenere o recuperare il peso ideale. Non solo per motivi estetici. Una corretta alimentazione, come ricordano gli esperti, è sinonimo di salute.


Clicca qui per il download

venerdì 7 marzo 2008

Nutrizione e Benessere

di Maurizio Mottola

Sabato 1 marzo 2008 si è svolto a Salerno il workshop Nutrizione e Benessere disintossicare-depurare-drenare-dimagrire, organizzato dall'Associazione Medica Italiana di Omotossicologia (AIOT) e tenuto da Mauro Mario Mariani, medico specialista in angiologia. Ampi i temi trattati:
- Definizione di benessere;
- Definizione di malattia;
- Il concetto di omeostasi in Medicina Biologica;
- Il programma integrato: disintossicare-depurare-drenare-dimagrire;
- Linee guida di disintossicazione e drenaggio secondo modelli naturali;
- Gli elementi nutrizionali indispensabili fra fisiologia e patologia;
- Ruolo degli amminoacidi. L'associazione di amminoacidi essenziali per la specie umana;
- Utilizzo degli amminoacidi essenziali;
- Il ruolo delle vitamine, dei minerali e degli oligoelementi. Loro utilizzo nella terapia di: obesità,
ipertensione, ipercolesterolemia, stress ossidativi, sindrome metabolica;
- Comparazione tra gli effetti farmacologici di anfetamine, diuretici, calcioantagonisti, beta-
bloccanti, statine, ipoglicemizzanti orali e rimedi di origine naturale quali poliglucosamina a
basso peso molecolare, combinazioni bilanciate di aminoacidi essenziali, complessi
polivitaminici, oligoelementi ed altri;
- Stress ossidativo e terapie antiossidanti.

Attualmente, a causa del diffuso inquinamento ambientale, la qualità del cibo e dell'ambiente circostante inevitabilmente condiziona anche lo stato di salute. Ippocrate sosteneva Lascia che il cibo sia la tua medicina e che la tua medicina sia il cibo. Oggigiorno il cibo come prima medicina di Ippocrate è di difficile attuazione, in quanto la preparazione industriale degli alimenti li rende sempre più privi di nutrienti e talvolta meri cibi spazzatura (junk food).

Inoltre l'alimentarsi, che dopo il respirare è la più importante funzione fisiologica, diventa sempre più un'attività convulsa, sregolata, inserita tra la frenesia di vari impegni, perdendo quell'ancoraggio alla ritmicità dell'assunzione del cibo, che è una condizione fondamentale del rispetto della fisiologia e dello stesso valore simbolico del mangiare.

Inoltre le sostanze tossiche diffuse nell'ambiente tramite aria, acqua e cibo si depositano nel sangue, nelle cellule, nel sistema nervoso, al punto tale da renderci zavorra corporea (body burden), con grave danno alla salute. La rottura dell'equilibrio tra processi di ossidazione e processi antiossidativi altera e rende difficile il mantenimento dello stato di benessere.

Il programma Quattro D (disintossicare-depurare-drenare-dimagrire) confronta l'organismo con nuove abitudini alimentari e comportamentali, iniziando con un reset della zavorra corporea che è stata accumulata senza determinare denutrizione e perdita di massa magra ed affinché si possa ripristinare, mantenere e possibilmente potenziare lo stato di benessere:

- Disintossicare: consiste in un vero e proprio reset, consistente in una dieta liquida fruttariana e vegetariana, resa possibile in quanto l'organismo viene supportato con integratori naturali che garantiscono il giusto apporto di minerali, vitamine, acidi grassi essenziali ed amminoacidi essenziali (proteine), con carboidrati assunti tramite la frutta; così facendo l'organismo si sblocca da una tossicità diffusa;

- Depurare:si favorisce l'eliminazione dei liquidi in eccesso e si stimola la circolazione sanguigna e linfatica;

- Drenare: si attivano i tessuti e gli organi ad attività emuntoriale per l'escrezione aspecifica dei fattori tossici con l'obiettivo di pulire, ripristinare, regolarizzare e stimolare l'attività escretoria degli organi emuntori;

- Dimagrire: nelle diete ipocaloriche e sbilanciate, per mancanza di un sufficiente apporto proteico, il calo ponderale è dato oltre che dalla perdita dei liquidi in eccesso e della massa grassa, anche purtroppo da un depauperamento della massa magra; dimagrire significa etimologicamente divenire magri, per cui si dimagrisce effettivamente se si perde grasso e non certamente la parte magra (muscolo), in quanto in quest'ultimo caso si avrebbe depauperamento dell'organismo piuttosto che dimagrimento.

Seguendo il programma Quattro D infatti non si ha depauperamento della massa magra, per l'utilizzo di un prodotto a base di otto amminoacidi essenziali, il MAP -master amminoacid pattern-, che ha tra le sue caratteristiche quella di essere completamente predigerito e di riuscire a dare un utilizzo netto di azoto (NNU) pari al 99%, ovvero il 99% degli amminoacidi del prodotto segue la via anabolica entrando in sintesi proteica, senza produrre scorie azotate. Quindi è possibile fornire sintesi proteica all'organismo senza coinvolgere gli organi metabolici deputati alla digestione. L'apporto massiccio di sintesi proteica consentirà all'organismo di giovarsene non soltanto riguardo la massa magra muscolare, ma a livello di tutti i tessuti ed organi, non ultimi quelli cutanei e delle pareti dei vasi, ridonando loro tono.

Nei paesi altamente sviluppati il soprappeso (obesità potenziale) e l'obesità (forma sviluppata del sovrappeso) stanno diventando la terza patologia per la loro diffusione. Per contrastare il fenomeno occorrono pertanto interventi molto articolati che tengano conto dell'approccio nutrizionale, farmacologico, psicoterapeutico, relazionale ed anche della preparazione industriale degli alimenti e certamente il programma Quattro D, che è un insieme di indicazioni le quali consentono di riequilibrare il metabolismo attraverso processi di disintossicazione, depurazione, drenaggio e dimagrimento, è un efficace strumento per la salute ed il benessere.

Fonte Agenzia Radicale

In forma prima dell'estate con la tecnica del Rebirth

Step, aerobica ore e ore di cyclette: sudare fa bene, ma a volte causa stress e stanchezza. Soprattutto in una societa' come quella di oggi, caratterizzata da ritmi frenetici e orari folli. Per dimagrire e tenersi in forma prima dell'estate e' in arrivo dagli Usa la tecnica del rebirth. Attraverso la respirazione e' possibile far riemergere queste esperienze negative e ristabilire un equilibrio psicofisico.

Il modo di respirare usato nella rebirth e' diverso dal normale movimento discontinuo e involontario che tutti facciamo. E’ necessario adottare un respiro circolare, dolce e continuo. Questa tecnica produce una profonda ossigenazione del corpo e innesca positive alterazioni dello stato di coscienza, aumentando la capacita' di ascolto di se stessi e delle proprie emozioni. Oltre alla respirazione, anche l’acqua e' fondamentale per rilassare il corpo e la mente e per aprirsi alle sensazioni che provengono dall’inconscio. Questo agevola il naturale smaltimento dei grassi e favorisce un ripristino del metabolismo originario, equilibrato e depurato dalle tensioni.

Fu proprio nell’acqua che nacque il metodo della rebirth. Nel 1963 Leonard Orr, mentre era immerso nella vasca da bagno, visse un’esperienza spontanea che lo porto' a rivivere alcune sensazioni fisiche ed emotive della nascita. Infatti, tutti noi abbiamo vissuto le primissime esperienze della nostra esistenza nel liquido amniotico che e' molto simile all’acqua. Percio' galleggiare in questo elemento fluido ed accogliente permette di risvegliare memorie e vissuti personali avvenuti nel passato.

Come funziona: 10 sedute in un viaggio alla conoscenza di noi stessi. Al termine del ciclo e' bene cambiare terapeuta per alternare le energie maschili e femminili. Ogni seduta dura circa due ore e si divide in due momenti. Nella prima parte si analizzano i nostri atteggiamenti di pensiero, mettendoli in relazione ai ricordi della nascita e dell’infanzia. La seconda parte e' dedicata alla respirazione. Abbiamo l’opportunita' di lasciare andare il passato ed esplorare parti sempre piu' profonde del nostro essere alla riscoperta delle nostre potenzialita'.

Fonte Affari Italiani

mercoledì 5 marzo 2008

Chi salta la colazione è a rischio obesità

Bimbi e adolescenti che mangiano regolarmente la mattina non solo non aumentano di peso, ma lo perdono

MINNESOTA, (Stati Uniti) – La colazione è l'abitudine più sana: lo sostengono i dietologi, le mamme, gli anziani. Da sempre si sa che nel caso ci si debba scrollare chili di dosso l'ultimo pasto da tagliare è proprio quello del mattino. Ma secondo i ricercatori dell'Università del Minnesota la colazione non è solo un pasto fondamentale per la salute delle persone, ma si può trasformare, senza rinunce da frati trappisti, in una cura dimagrante. Insomma, aggredendo una tavola imbandita di primo mattino si possono addirittura perdere chili. Sembra paradossale, ma è stato osservato su un campione di 2.000 giovanissimi tra i quali, a parità di altre variabili, coloro che non erano consumatori di colazione in un periodo di cinque anni hanno registrato un aumento di peso di 2,3 chilogrammi rispetto agli amanti del pasto mattutino.

LO STUDIO – La stessa conclusione, rovesciata, dimostra che chi non mangia nelle prime ore della giornata si espone molto di più al rischio di accumulare peso. «I risultati ottenuti evidenziano che gli adolescenti che saltano la colazione sono più a rischio di acquistare peso e diventare obesi» ha dichiarato il dottor Mark Pereira, titolare dello studio e docente presso il dipartimento di epidemiologia e salute pubblica dell'Università del Minnesota. Inutile specificare che il problema è molto sentito tra la popolazione americana e ancor più tra gli adolescenti per cui, negli ultimi due anni, è triplicato il tasso di obesità. Ma questa verità trova un suo fondamento anche tra i grandi, come dimostrava una ricerca simile effettuata a Norfolk dai ricercatori della Cambridge University, su un campione di 7.000 persone di mezz'età.

DIETE E DISORDINI ALIMENTARI - Tra i teenager che hanno partecipato alla ricerca circa il 25 per cento è solito saltare la colazione e l'abitudine è particolarmente vistosa tra le ragazze. Al di là delle notizie un po' clamorose non va mai perso di vista il buon senso: come sostiene Tam Fry, del National Obesity Forum, il punto focale di ogni dibattito sull'obesità deve essere l'importanza vitale di un'alimentazione regolare e disciplinata. Non è saltando i pasti, tanto meno la colazione, che si elimina il problema. Né si può ignorare la forte valenza psicologica che ogni disordine alimentare presenta: iniziare volendosi bene, anche nel cibo, è un ottimo segnale.

(Emanuela Di Pasqua)


Fonte Corriere